Perché depurare
La depurazione dei rifiuti liquidi industriali è necessaria per due motivi principali:
- Normativo: il decreto legislativo 152 del 2006 impone dei parametri allo scarico in fognatura ben precisi
- Ambientale: il rifiuto liquido può creare seri danni ambientali se scaricato direttamente in fognatura
Attraverso la depurazione tuttavia, oltre a scongiurare pericoli per l’ambiente, è anche possibile recuperare materia prima da reinserire in nuovi cicli produttivi, permettendo così alle industrie un effettivo risparmio economico.
La depurazione chimico-fisica
È un processo di depurazione che si applica ai rifiuti liquidi contenenti metalli, come ad esempio ferro, zinco, alluminio e cromo. Questi inquinanti possono essere molto pericolosi anche perché vengono accumulati dagli organismi viventi e risulta necessario eliminarli prima dello scarico dei reflui in fognatura.
Il processo di depurazione consiste in tre attività:
- Coagulazione, cioè la trasformazione di un metallo disciolto nell’acqua in un idrossido, una sostanza solida;
- Flocculazione, la fase in cui le particelle derivanti dalla coagulazione si aggregano;
- Flottazione o sedimentazione, il processo di deposito e separazione dall’acqua.
Al termine di questo processo il rifiuto sarà depurato dai metalli che andranno ad accumularsi nei fanghi di depurazione.
La depurazione biologica
Altri tipi di inquinanti richiedono processi di depurazione diversa.
Possiamo fare l’esempio di percolati di discarica o degli scarichi degli allevamenti che spesso contengono ammoniaca, una sostanza chimica che in alte concentrazioni può essere tossica.
L’ammoniaca è costituita da due elementi chimici: azoto e idrogeno. Attraverso un processo di trattamento con micro organismi, l’azoto contenuto nell’ammoniaca – detto azoto ammoniacale – può essere trasformato in azoto gas, un elemento innocuo che costituisce l’80% dell’aria che respiriamo, mentre l’idrogeno in acqua.
Il recupero di materie prime
Alcuni reflui industriali contengono sostanze che, se separate, possono essere reimpiegate nel ciclo produttivo aziendale.
Un ottimo esempio potrebbe essere quello delle emulsioni oleose, un rifiuto liquido composto da olio e acqua, che risulta non tossico ma altamente inquinante per l’ambiente in quanto l’olio può depositarsi su organismi vegetali e animali impedendo il trasferimento dell’ossigeno.
Al contrario però, attraverso un trattamento di separazione delle due fasi con l’utilizzo in piccole percentuali di sostante chiamate disemulsionanti, è possibile dividere acqua e olio e utilizzare quest’ultimo come materia prima per un nuovo ciclo produttivo.
Maurizio Anlero
Direzione tecnica piattaforma polifunzionale Azzurra